Tumore colorettale metastatico refrattario trattato con Cetuximab: la riduzione della dimensione radiologica del tumore alla settimana 6 è un predittore di esito
La diminuzione precoce della dimensione radiologica del tumore potrebbe essere associata a un esito a lungo termine più favorevole per il tumore colorettale metastatico chemio-refrattario, trattato con Cetuximab ( Erbitux ).
I Ricercatori dell’Université catholique de Louvain a Brussel, in Belgio, hanno condotto uno studio per validare questa ipotesi in serie di pazienti ampie e indipendenti.
Dei 329 pazienti arruolati, 289 sono stati sottoposti a misurazioni del tumore al basale e alla settimana 6.
Il rimpicciolimento del tumore è stato espresso come diminuzione relativa rispetto al basale e categorizzato in accordo a valori di cut-off precedentemente riportati ( circa 10% ) o utilizzato come variabile continua.
Il tempo mediano alla progressione è stato di 6.1 mesi contro 1.5 mesi, rispettivamente, nei pazienti con [ 99 pazienti ( 34.3% ) ] o senza [ 190 pazienti ( 65.7% ) ] diminuzione della dimensione del tumore alla sesta settimana [ hazard ratio, HR=0.23 ].
La sopravvivenza generale mediana è stata pari a 13.7 versus 6.9 mesi [ HR=0.21 ], rispettivamente.
In un modello multivariato, la diminuzione precoce della dimensione del tumore è risultata superiore alla tossicità cutanea come predittore di esito a lungo termine.
In conclusione, la diminuzione della dimensione del tumore alla settimana 6 è un forte predittore di tempo alla progressione e sopravvivenza generale nei pazienti con tumore colorettale metastatico chemiorefrattario trattati con Cetuximab con o senza Irinotecan.
Queste osservazioni suggeriscono che la diminuzione precoce della dimensione del tumore sia il segno dell’efficacia di Cetuximab e identifica in modo affidabile la sottopopolazione sensibile al farmaco.
La diminuzione precoce della dimensione del tumore può essere utilizzata come marcatore di efficacia nella pratica clinica, da solo o in combinazione. ( Xagena2009 )
Piessevaux H et al, Ann Oncol 2009; 20: 1375-1382
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